La medicina legale si occupa dei rapporti tra la medicina e la legge, insieme alla medicina sociale fa parte della medicina pubblica.
Si suddivide in medicina giuridica, che si occupa dell’evoluzione del diritto, dell’interpretazione delle norme e della loro applicabilità dal punto di vista medico e in medicina forense, che utilizza la medicina al fine di accertamento di singoli casi di interesse giudiziario.
In questi ultimi tempi, conservando il primitivo carattere impressole dai maestri italiani dai quali trae origine, si addentra sempre maggiormente nella vita della Nazione, prendendo in studio argomenti più particolari e specifici, traendo maggiore sviluppo nel campo infortunistico e in quello delle assicurazioni, esaminando più minutamente i vari aspetti sociali nei riguardi della salute pubblica e delle singole classi.
In Italia vanno ricordati i manuali e trattati di Lorenzo Martini (1829), Pietro Perrone (1826), Francesco Freschi (1846), fino a quello, migliore fra tutti, del Giuseppe Lazzaretti (1812-1882), mentre all’estero è da ricordare il trattato di Hofmann (1878), di Henke, di Mende (in cinque volumi, dal 1819 al 1830) e di Strassmann.
In Italia, nel 1897 nasceva l’Associazione Italiana di Medicina Legale il cui primo presidente fu il Prof. Cesare Lombroso; essa divenne nel 1947 la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA) e dopo il primo Congresso a Torino (1898) si succedettero i Congressi di Genova (1913), Firenze (1927), Bologna (1930), Roma (1933), Milano (1935), Napoli (1937), Padova (1940), Siena (1947), Parma (1949), e con cadenza triennale fino ai giorni nostri. Nel 1924 la Società tramite Attilio Cevidalli fondò a Padova la prima scuola di specializzazione in medicina legale. Nel corso degli anni, la Società che fu presieduta, tra gli altri dai proff. Cesare Gerin, Francesco Introna, Mauro Barni, Antonio Fornari, ha sviluppato soprattutto l’insegnamento della disciplina. L’organo di stampa dell’associazione è la “Rivista italiana di Medicina legale“.